BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI SENECA

 

Seneca
Mostra bibliografica e iconografica

Sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica

Teatro dei Dioscuri
Via Piacenza 1, Roma

La mostra, organizzata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sarà aperta al pubblico dal 19 gennaio al 24 febbraio 1999.

Orario lunedì-venerdì 9.30 - 17.00
sabato 9.30 - 13.30

Inaugurazione della mostra: lunedì 18 gennaio 1999 alle ore 18, al Teatro dei Dioscuri

Interverranno:
Francesco Sicilia
Scevola Mariotti
Piergiorgio Parroni
Giovanni Pugliese Carratelli


Per informazioni:
Biblioteca Nazionale, 06-4989-257; 254; 476.

Presentazione
della mostra
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SENECA
Mostra bibliografica e iconografica

La mostra si propone di documentare la fortuna editoriale di Seneca attraverso i secoli. La biografia e il ritratto di Seneca sono illustrati in due sezioni introduttive; le sezioni bibliografiche sono integrate, sculture, dipinto, bozzetti di rappresentazioni teatrali. Concludono il percorso espositivo tre codici miniati della Biblioteca Apostolica Vaticana.

1. Seneca: lineamenti di una biografia. (C. Salone)
Questa sezione vuole offrire al visitatore alcuni elementi di carattere storico e culturale destinati a contestualizzare nel suo tempo la figura di Seneca. Sono perciò esposti, accanto ad alcuni pregevoli volumi a stampa con le fonti principali per la ricostruzione della biografia senecana (Tacito, Svetonio, Cassio Dione), alcuni oggetti appartenenti all'ìnstrumentum domesticum legati alla scrittura e immagini di personaggi storici capaci di restituire, seppure in estrema sintesi, alcuni tratti peculiari della temperie politica di quella prima metà del 1 secolo d. C. durante la quale a Roma si consumò definitivamente il passaggio dalla repubblica all'impero.

2. Sull'iconogrqfia di Seneca. (L. Franchi dell'Orto)
Si mostra come la raffigurazione di Seneca nelle miniature dei codici, a partire dal XIII secolo, dipenda dall'iconografia dell'intellettuale (il filosofo, il saggio, il santo) di derivazione tardo-antica. Si ripercorrono poi le tappe della storia del 'ritratto' di Seneca, dall'identificazìone come Seneca del famoso busto da Ercolano, alla scoperta nel 1813 dell'erma oggi a Berlino, in cui gli studiosi riconoscono il vero ritratto di Seneca - sebbene contrasti con l'autoritratto che lui stesso dà nelle Lettere a Lucilio.

3. L'Apoteosì del divo Claudio. (M. C. Alfani)
Nell'Apocolocyntosis, feroce satira dell'imperatore Claudio e della sua consecratio, Seneca da un lato è mosso da un rancore tutto personale contro l'imperatore che l'aveva esiliato in Corsica, dall'altro manifesta altissime aspettative nei confronti del nuovo imperatore Nerone e del suo programma politico.
Vengono presentate le edizioni e i commenti più significativi a partire dalla editio princeps del 1513 fino all'Ottocento, accompagnati da un ritratto di Claudio dal Museo della Civiltà Romana e da due aurei degli imperatori Claudio e Nerone dalla Collezione Campana del Medagliere Capitolino

4. Seneca morale: dalle prime edizioni a stampa a Marc-Antoine Muret (F. Niutta)
Vengono passate in rassegna le principali edizioni del Seneca morale - considerato agli inizi della stampa autore distinto da quello delle Tragedie -, dalle prime quattro uscite nel 147 5 a quella del 1585 di Muret. Si rileva il pari favore che Seneca incontrò presso studiosi protestanti (il primo Calvino, Curione) e cattolici (il Muret della Roma controriformista). Ma furono gli apocrifi nati nei monasteri medievali che, pur rigettati dai dotti, godettero di una popolarità immensa anche presso un pubblico di non specialisti.

5. Lipsio e le edizioni di Seneca tra Seicento e Settecento. (C. Santucci)
L'umanista fiammingo Giusto Lipsio reintrodusse attraverso Seneca una conoscenza critica e sistematica dell'intero stoicismo. Fu fondamentale la sua edizione delle opere filosofiche di Seneca del 1605, preceduta dalla pubblicazione di tre trattati di introduzione allo studio della filosofia stoica e al pensiero di Seneca. A partire dalla seconda edizione, il Seneca di Lipsio fu arricchito dalle illustrazioni di Rubens. Della nutrita schiera di successive iniziative editoriali un cospicuo numero si richiama a Lipsio e alle superbe incisioni tratte dai disegni di Rubens.

6. La tragedia. (A . PetrinI)
La sezione dedicata a Seneca tragediografo presenta, accanto - ad alcune delle più importanti edizioni delle Tragedie, a partire daIIa princeps del 1478, quei testi, sia teorici che propriamente teatrali, legati al potente influsso delle strutture e dei temi tragicí senecani sul teatro europeo del '500 e del '600, specialmente italiano, francese, inglese . La Medea, insieme ad altri due affreschi provenienti dagli scavi di Pompei, e un sorprendente dipinto del Canova accompagnano il percorso della sezione, che si conclude con il manoscritto della Fedra di Gabriele D'annunzio.

7. Seneca negli Antichi Cataloghi della Bibloteca NazionaIe Centrale di Roma. (M..-M. Breccia Fratadocchi)
La presenza delle opere di Seneca nelle biblioteche monastiche e di congregazioni religiose di Roma è analizzata attraverso il fondo manoscritto degli Antichi Cataloghì della Biblioteca Nazionale; i volumi da esse provenienti sono stati identificati nei fondi storici della Biblioteca Nazionale, che tali biblioteche assorbì in seguito alla legge di soppressione delle corporazioni religiose (19 giugno 1873). Ampiamente rappresentate sono le biblioteche gesuitiche, Collegio Romano e Casa Professa del Gesù per la loro ricchezza e per il legame che con esse ebbe alle sue origini la Biblioteca Nazionale, inaugurata nel 1876 nella sede stessa del Collegio Romano.

8. Seneca nei manoscritti vaticani (M. Buonocore)
Nei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana la sopravvivenza di Seneca dall'età carolingia è attestata dalla diffusíone, oltre che delle opere originali, di apocrifi, florilegi, excerpta, come risulta dal censimento dei codici senecani pubblicato nel catalogo della mostra.
A conclusione del percorso espositivo, in cui la fortuna di Seneca è ricostruita in modo prevalente attraverso edizioni a stampa, vengono presentati tre codici vaticani, (Vat. lat. 7319, Vat. lat. 2202, Vat, lat. 2214), risalenti alla prima metà del XIV
secolo, ricchi di preziose miniature.

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