Lucio Anneo Seneca, figlio di Seneca retore, nacque a Cordova in Spagna intorno al 4 a.C. Si trasferì presto con la famiglia a Roma dove fu educato all'oratoria e alla filosofia. Nel 41 d.C. fu esiliato da Claudio in Corsica , dove rimase fino al 49, allorché fu richiamato per intervento di Agrippina che lo destinò all'educazione del futuro Nerone, di cui dal 54 fu consigliere insieme al prefetto del pretorio Afranio Burro. Fallito il suo disegno di contemperare all'autorità dell'imperatore con la classe dirigente senatoria, si ritirò a vita privata finché nel 65, coinvolto nella congiura di Pisone, fu costretto da Nerone al suicidio.
La sua produzione filosofica comprende oltre al corpus dei Dialogi (De providentia, De constantia sapientis, De ira, le consolazioni ad Marciam, ad Helviam matrem e ad Polybium, De vita beata, De otio, De tranquillitate animi, De brevitate vitae), il De clementia, il De beneficiis, le Naturales quaestiones, le Epistulae morales ad Lucilium.
Il problema centrale della filosofia senecana è quello morale, improntato principalmente allo stoicismo, rivissuto per altro in modo del tutto personale e origianel. La sua visione provvidenzialistica lo ha fatto avvicinare per alcuni aspetti al Cristianesimo, come sta a dimostrare la corrispondenza apocrifica con S. Paolo, che favorì la sua fortuna medievale. La fama di Seneca è legata anche alla singolarità del suo stile "drammatico", specchio fedele delle inquietudini e delle contraddizioni interiori dello scrittore.
Un altro aspetto di grande rilievo della sua produzione è rappresentato dal teatro. Le sue nove tragedie (Hercules furens, Troades, Phoenissae, Medea, Phaedra, Oedipus, Agamemnon, Thyestes, Hercules Oetaeus), ispirate agli episodi più truci del mito greco, hanno avuto una notevole fortuna nel teatro moderno: senza Seneca tragico non si comprendono Shakespeare e il teatro elisabettiano, Corneille, Racine, Alfieri. Sulla autenticità dell'Hercules Oetaeus sono stati sollevati dubbi, mentre certamente non autentica è una praetexta, l'Octavia>I che ha fra i suoi personaggi lo stesso Seneca. Del tutto singolare nel contesto della produzione senecana è la Divi Claudii apocolocyntosis, una violenta satira contro Claudio scritta nel 54 dopo la morte dell'imperatore. Il termine apocolocyntosis è stato spiegato come deformazione comica della parola greca apathanátisis (divinizzazione): poiché in greco kolokynte significa "zucca", apocolocyntosis dovrebbe voler dire "trasformazione in zucca" o " divinizzazione di una zucca" con dissacrante allusione alla divinizzazione post mortem degli imperatori.