Presentazione
Questo documento ipertestuale si inserisce
all'interno di un progetto di edizione critica informatizzata dello Zibaldone
Laurenziano, avviatosi, ormai qualche anno fa (cf.
infra).
Anche in questo caso il "cuore"
dell'ipertesto è rappresentato dall'Edizione Diplomatico Interpretativa
Codificata (EDIC) della carta 52 v dello Zibaldone.
Pur allineandosi al modello, alla logica e al
fine di quel primo esperimento, questo lavoro si arricchisce su quella strada di
alcuni elementi di novità: ad esempio il testo della carta 52 verso si
accompagna a quello che può essere considerato l'intertesto del frammento
(il testo di San Girolamo, tratto da Migne, PL, XXIII, 276-278); il testo
latino nella versione di Boccaccio è inoltre da noi fatto oggetto di una
traduzione in italiano al fine di favorirne una scorrevole lettura (è da
notare che la nostra traduzione può essere confrontata con quella dello stesso
Boccaccio presente nell'intratesto delle
Esposizioni).
Sempre allo scopo di
consentire una più approfondita (e al tempo stesso facilitata) lettura si offre
la riproduzione a colori del manoscritto, che permette anche una continua
verifica della nostra EDIC (ringraziamo la Biblioteca Medicea Laurenziana di
Firenze e la sua direttrice Dott.ssa Arduini per aver consentito questa
utilizzazione del venerando manoscritto a scopi
scientifici).
L'edizione che qui si offre alla
lettura presenta inoltre alcuni squarci di quello che possiamo definire
l'intratesto boccacciano, cioè il riecheggiare di questo frammento
zibaldoniano in altre opere dello stesso Boccaccio, e precisamente nel
Corbaccio parr. 128 segg. e nelle Esposizioni sopra la Comedìa,
XVI, 28-45. Vi sono anche altri luoghi in cui Boccaccio riprende e rielabora
questo materiale, ad es. il Trattatello in laude di Dante, parr. 52-57 e
più in generale i luoghi della sua misoginia (nell'avanzare del progetto ci
ripromettiamo di implementare anche questi luoghi, senza tuttavia poter aspirare
all'esaustività). (vedi schema della struttura intertestuale)
I testi che costituiscono questo documento ipertestuale aspirano dunque a rappresentare (almeno in parte) i rapporti di “memoria, scrittura e riscrittura” che caratterizzano lo Zibaldone di Boccaccio, secondo il titolo dell’incontro fiorentino del 1996 da cui prese le mosse anche questa nostra ricerca (cfr. AA. VV., Gli Zibaldoni di Boccaccio. Memoria, scrittura e riscrittura, Atti del Seminario internazionale di Firenze-Certaldo (26-28 aprile 1996), a cura di Michelangelo Picone e Claude Cazalé Bérard, Firenze, Cesati, 1998).
Se si considera che, secondo l’attendibile
proposta di datazione di Zamponi e del suo gruppo di ricerca (cfr. S. Zamponi-M.
Pantarotto- A. Tomiello, Stratigrafia dello Zibaldone e della Miscellanea
Laurenziani, ibidem, pp.181-250), la c. 52 v dello Zibaldone
Laurenziano risale ancora agli anni napoletani di Boccaccio, mentre
l’'esposizione' del canto XVI dell’Inferno (senza voler considerare la
discussa datazione del Corbaccio) è forse l’ultima cosa da lui scritta,
allora si può apprezzare non solo la longue durée dello spunto misogino
pseudo-teofrasteo ma anche la fondatezza della teoria che vede nella scrittura
degli zibaldoni la costruzione di un “libro archivio d’Autore” (Petrucci), una
sorta di piccola personalissima biblioteca, realizzata a proprio uso e consumo e
strutturata in corso d'opera, per avere a disposizione quel materiale
interessante e degno di nota, al quale accedere alla bisogna con un semplice
'clic di calamaio' nel corso della propria esperienza letteraria.
Il fatto che Boccaccio nella versione in
volgare dello stesso brano nelle Esposizioni
traduca parti del nostro manoscritto che risultano varianti rispetto alla
versione di San Girolamo (testimoniata dal Migne), e ancora il fatto che la
traduzione italiana di Boccaccio presenti la stesse omissioni della c. 52
v, sono tutte circostanze che sembrano dimostrare che Boccaccio doveva
avere sullo scrittoio mentre traduceva, rielaborava e copiava negli altri suoi
testi proprio il suo Zibaldone Laurenziano. E anche nel Corbaccio,
sebbene con maggiore libertà, si possono leggere brani e sintagmi risalenti a
questo frammento. Ancor più va detto che in quest'opera gli argomenti
dell'Adversus Jovinianum costituiscono quasi l'atmosfera di fondo,
percorrendola interamente ed emergendo di tanto in tanto con chiarezza (cfr.
l'estratto del Corbaccio
offerto alla lettura in questo ipertesto).
L'ipertesto, ricavato da una precedente codifica in XML (visualizza struttura xml), è qui proposto in formato HTML ed è composto dei testi che costituiscono anche l'indice a seguire. Cliccando con il mouse su ogni singola voce di questo indice è possibile accedere alla pagina web corrispondente.
Indice del segmento
Testo:
Intertesto:
Intratesto:
a cura di Ombretta Feliziani