[par.28]
Recita santo Ieronimo in un libro, il quale egli compose Contro a Gioviniano eretico, che Teofrasto, il quale fu
solenne filosofo e uditore d'Aristotele, compose un libro il quale si chiama De nuptiis, e in parte di quello domanda se
il savio uomo debba prender moglie;
[par.29]
e avvegna che egli, a se medesimo rispondendo, dicesse, dove
ella sia bella, ben costumata e nata d'onesti parenti, e se esso fosse sano e ricco, il savio alcuna volta poterla prendere,
incontanente aggiunse che queste cose rade volte intervengono tutte nelle noze e però il savio non dover
prender moglie, per ciò che essa, innanzi all'altre cose, impedisce lo studio della filosofia, né è
alcun che possa
a ' libri e alla moglie servire.
[par.30]
[Corbaccio parr.139, 144]
Oltre a questo, è certo che molte cose sono oportune agli usi delle donne, sì come sono i vestimenti preziosi,
l'oro, le gemme, le serve e gli arnesi delle camere, appresso, dall'aver moglie procede
che tutte le notti si consumano
in quistioni e in garrire, dicedo ella: - Donna cotale va in publico più onorotamente di me e la
cotale è onorata da tutti e io tapinella tra' ragunamenti delle femine sono avuta in dispetto.
- Appresso: - perché riguardavi tu la cotal nostra vicina? perché
parlavi tu con la cotal serviziale? Tu vien dal mercato,
che m'hai tu recato? -
[par.31]
E, quello che è gravissimo a sostenere, quegli che
hanno mogliere non possono avere né amico n´ compagno, per
ciò che esse incontanente suspicano che l'amore, che il
marito porta ad alcuna altra persona che a loro, sia in
odio di lei. E, ancora, il nudrire quella che è povera è
molto difficile cosa, e il sostenere i modi e i costumi
della ricca è gravissimo tormento.
E aggiugni alle cose predette che delle mogli non si
può far alcuna elezione, ma tale chente la fortuna la
ti manda, tale te la conviene avere; e non prima che
fatte le noze, potrai discernere se ella è bestiale, se ella
è soza, se ella è fetida o se ella ha altro vizio.
[par.33]
Il cavallo, l'asino, il bue, il cane e' vilissimi servi e ancora i vestimenti
e' vasi e le sedie e gli orciulli si pruovan prima e,
provati, si comperano; sola la moglie non mostrata,
acciò che ella non dispiaccia, prima che ella sia menata.
[par.34]
Oltre a questo, poi che menata è, sempre si convien
riguardare la faccia sua e la sua belleza è da lodare,
acciò che , se alcuna altra se ne riguardasse, ella non
estimi di dispiacere; conviene che l'uomo la chiami sua
donna, che egli giuri per la salute sua e che egli mostri
di disiderare che essa sopraviva a lui, e, oltre a ciò, più
che alcuna persona, d'amare il padre di lei e qualunque
altro parente o persona amato da lei.
[par.35]
[Corbaccio parr.141,143]
E se egli avviene, per mostrare altri abbia in lei
piena fede, che alcuno le commetta tutto il reggimento
e governo della sua casa, è di necessità che esso divenga
servo di lei; e se per avventura il misero marito alcuna
cosa riserverà nel suo arbitrio, incontanete essa crederrà
e dirà che il marito non si fidi di lei, e, dove forse
alcuno amor portava al marito, incontanente il
convertirà in odio; e se il marito non consentirà tosto a'
piacer suoi, di presente ricorre a' veleni o ad altre
spezie della morte sua.
[par.36]
[Corbaccio par. 148]
Esse, il più, vanno cercando i consigli delle vecchierelle
maliose, degl'indovini. E, oltre a questi, introduce
i sarti, i raccamatori e gli ornatori de' preziosi
vestimenti, li quali, se il misero marito lascia nella sua
casa entrare e usare, non è senza pericolo della pudicizia;
e se egli vieterà che essi non v'entrino,
incontanente la moglie si reputa ingiuriata in ciò, che il marito
mostra d'aver sospeccion di lei.
[par.37]
Ma che utilità è la diligente guardia, con ciò sia
cosa che la non pudica moglie non si possa guardare, e la
pudica non bisogni? La necessità è mal fedel guardiana
della castità; e quella donna è veramente pudica, alla
quale è stata copia di poter peccare e no ha voluto.
La bella donna leggermente è amata, la non bella leggieri
è disprezata e avuta a vile; e malagevolemente è
guardata quella che molti amano, e molesta cosa è a
possedere quella la quale da tutti è disprezata: con minor
miseria si possiede quella la quale è riputata soza, che
non si guarda quella la quale è riputata bella.
[par.38]
Niuna cosa è sicura che sia da tutti i disideri del popolo
disiderata: per ciò che alcuno, a doverla possedere, si sforza
di dover piacere con la sua belleza, alcuno altro col suo
ingegno, e alcuno con la piacevoleza de' lor costumi, e
certi sono che con la loro liberalità la sollicitano; e alcuna
volta è presa quella cosa la quale d'ogni parte
è combattuta.
[par.39]
E se per avventura alcuni quella dicono da dovere
esser presa e per la dispensazion della casa e ancora
per le consolazioni che di lei si deono aspettar nelle
infermità e similmente per fuggire la sollecitudine della
cura famigliare: tutte queste cose farà molto meglio
un fedel servo, il quale è ubidente alla volontà del suo
signore, che non farà la moglie, la quale allora sè estima
d'esser donna, quando fa contro alla volontà del marito;
[par.40]
e molto meglio possono stare e stanno dintorno
all'uomo infermo gli amici e' servi domestici, obligati
per li benefici ricevuti, che la moglie, la quale a noi
imputi le sue lagrime e la speranza della eredità e,
rimproverandoci la sua sollecitudine, l'anima di colui
ch'è infermo turbi infino alla disperazione.
[par.41]
E se egli avverrà che essa infermi, fia di necessità che
con lei insieme sia infermo il misero marito, e che esso
mai dal letto, dove ella giacerà, non si parta. E, se egli
avviene che la moglie sia buona e comportabile, la quale
radissime volte si truova, piagnerà il misero marito
con lei insieme parturiente e con lei dimorante in pericolo
sarà tormentato.
[par.42]
Il savio uomo non può esser solo, per ciò che egli ha
con seco tutti quegli che son buoni o che mai furono;
ed ha l'animo libero, il quale in quella parte che più
gli piace si trasporta e là, dove egli non puote essere col
corpo, là va col pensiero; e se egli non potrà aver copia
d'uomini, egli parla con Domenedio. Non è alcuna volta
il savio men solo che quando egli è solo.
[par.43]
Appresso, il menar moglie per aver figliuoli, o acciò
che 'l nome nostro non muoia o perché noi abbiamo
alla nostra vecchieza alcuni aiuti e certi eredi, è stoltissima
cosa. Che apartiene egli a noi, partendoci della
presente vita , che un altro sia del nome nostro nominato?
Con ciò sia cosa che ancora il figliuolo non rifà
il vocabolo del padre e inumerabili popoli sieno, li
quali per quel medesimo modo sieno appellati.
[par.44]
E che aiuti son della tua vecchieza nutricare in casa
tua coloro li quali spesse volte prima di te muoiono o
sono di perversissimi costumi o, quando pervenuti saranno
alla matura età, paia loro che tu muoia troppo
tardi? Molto migliori e più certi eredi son gli amici e i
propinqui, li quali tu t'avrai eletti, che non sono quegli
li quali, o vogli tu o no, sarai constretto d'avere.
[par.45]
Così adunque Terfrasto confortò il savio uomo a
prender moglie. Per che assai manifestamente si può
comprendere non sottomettersi a piccol pericolo colui
il quale a tor moglie si dispone: il che, oltre a ciò che
da Teofrasto, possiam comprendere per l'essemplo del
misero messer Iacopo Rusticucci, il quale, per la perversività
della sua, ne mostra essere incorso nella dannazione perpetua.
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